PREMESSA
A quasi dieci anni dall’adozione da parte degli Enti Locali della contabilità di cui al D.lgs.118/2011, il tema della gestione economico patrimoniale dei contributi o trasferimenti, rappresenta ancora per la maggior parte degli Enti un elemento di criticità. Soluzioni informatiche con limiti, abbinate ad effettiva complessità di gestione delle scritture patrimoniali, limitano fortemente la possibilità di registrare in maniera analitica - sia a livello patrimoniale che economica - le scritture, generando frequentemente disallineamenti fra lo stato passivo del patrimonio (ratei, risconti e contributi agli investimenti), quello attivo (quota annuale di contributi agli investimenti) e passivo del conto economico (quota annuale di ammortamento) e rendendo così difficoltosa la contabilizzazione contributi in conto capitale.
La difficoltà maggiore riscontrata riguarda la corretta registrazione del ricavo differito che nella parte attiva del conto economico, neutralizza la quota di ammortamento del cespite realizzato con contributo in conto capitale e contemporaneamente porta alla diminuzione dei contributi agli investimenti nel passivo dello stato patrimoniale.
Se l’operazione di contabilizzazione contributi in conto capitale non viene svolta correttamente, sia il conto economico che lo stato patrimoniale risultano scorretti, generando situazioni in casi limite paradossali come l’accumulo dei contributi senza storno di quelli effettivamente utilizzati.
La prossima attuazione della riforma contabile ACCRUAL, che darà ulteriore slancio alla adozione della contabilità economico patrimoniale, esige che anche questo ambito venga opportunamente ricostruito e gestito e Progel è pronta a supportare gli enti in questa attività (maggiori informazioni su ACCRUAL).
Conto Capitale: Definizione
Per chi si occupa tecnicamente di bilanci la definizione di spesa in conto capitale è scontata. Nonostante questo, per delimitare chiaramente il perimetro di trattazione dell’argomento, esplicitiamo che i contributi di cui ci occuperemo nel presente testo, riguardano esclusivamente i finanziamenti a fondo perduto erogati da soggetti terzi per finanziare interventi afferenti al patrimonio. Nella sostanza si tratta di contributi in conto capitale perché partecipano, come evidenziato dal termine stesso, alla realizzazione o mantenimento del capitale del beneficiario.
Si tratta quindi di una spesa che viene effettuata per acquistare o migliorare beni durevoli che l’Ente utilizzerà per un lungo periodo, contribuendo così alla formazione del capitale.
La Contabilizzazione Contributi A Fondo Perduto
I contributi in conto capitale sono somme di denaro che un Ente riceve da terzi (spesso altri enti o istituzioni pubbliche) con lo scopo di finanziare investimenti a lungo termine, come l'acquisto di macchinari, la costruzione di edifici o lo sviluppo di nuovi prodotti. A differenza dei contributi in conto esercizio, che servono a coprire costi di gestione corrente, i contributi in conto capitale sono destinati a incrementare il patrimonio netto dell'azienda o dell’Ente. Si parla di contributi in conto capitale a fondo perduto in quanto vengono erogati senza impegno di restituzione in cambio di impegni certificati legati alla realizzazione di specifici progetti aventi, nella maggior parte dei casi, finalità di natura pubblica. Una particolare tipologia di contributo in conto capitale di natura differente da quello erogato da soggetti pubblici è l’acquisizione per donazione da parte di un ente pubblico di cespiti derivanti da lasciti da parte di privati. In questo caso la finalità potrà non essere di natura pubblica ma la gestione contabile della scrittura sarà la medesima.
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Come già anticipato in premessa le criticità che intendiamo trattare riguardano il raccordo fra contabilità economica e patrimoniale e le difficoltà di corretta contabilizzazione del contributo in conto capitale.
Questa difficoltà deriva dal principio contabile applicato che prevede la regola di registrazione del contributo attraverso il così detto metodo del ricavo differito.
La ragione principale per cui i contributi in conto capitale generano un ricavo differito è legata al principio di competenza. Questo principio contabile stabilisce che i ricavi e i costi devono essere registrati nel periodo in cui si manifestano economicamente, indipendentemente dal momento in cui avviene il relativo incasso o pagamento.
Nel caso dei contributi in conto capitale, l'incasso avviene spesso in un unico momento, ma i benefici economici di questi contributi si manifestano nel corso degli anni, in quanto finanziano investimenti che genereranno ricavi futuri. Per rispettare il principio di competenza, si ritiene quindi opportuno ripartire il ricavo derivante dal contributo nel tempo, ovvero durante la vita utile dell'investimento che è stato finanziato.
Come Funziona Il Ricavo Differito
Quando un ente riceve un contributo in conto capitale, contabilizza l'importo ricevuto come un ricavo differito. Questo significa che il ricavo non viene interamente riconosciuto nell'esercizio in cui avviene l'incasso, ma viene iscritto a un conto di passività. Successivamente, il ricavo differito viene gradualmente trasferito al conto economico nel corso degli anni, in base a un criterio sistematico e razionale, solitamente legato all'ammortamento del bene acquistato grazie al contributo.
Perché si adotta questo metodo?
Il metodo del ricavo differito presenta diversi vantaggi:
- Corretta rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria: Evitando di riconoscere tutti i ricavi in un unico esercizio, si ottiene una rappresentazione più realistica della situazione finanziaria dell'azienda, evitando di gonfiare artificialmente i risultati di un singolo anno.
- Maggiore comparabilità dei risultati tra diversi esercizi: Ripartire il ricavo nel tempo permette di confrontare in modo più omogeneo i risultati di esercizi diversi, evitando distorsioni causate da flussi di cassa eccezionali.
- Conformità ai principi contabili internazionali: Il metodo del ricavo differito è conforme ai principi contabili internazionali (IAS/IFRS), garantendo una maggiore trasparenza e comparabilità dei bilanci a livello internazionale.
LA SOLUZIONE PROGEL PER GLI ENTI LOCALI
Progel nell’attività di ricognizione straordinaria degli inventari prevede come servizio opzionale la contabilizzazione contributi in conto capitale. L’attività, svolta in collaborazione con l’Ente, si basa sul principio di abbinamento di ogni riga cespite delle immobilizzazioni immateriali e materiali con la specifica fonte di finanziamento
Quando l’importo viene posto in ammortamento la procedura produce in automatico le quote suddivise per tipologia del finanziamento, consentendo la corretta registrazione delle scritture in contabilità generale.
A fronte della quota di ammortamento iscritta nel conto economico (passivo) B.14b “Ammortamento di immobilizzazioni materiali” il medesimo dato potrà essere riportato nel conto economico (Attivo). 3b “Quota annuale di contributi agli investimenti”, a neutralizzazione il costo, detraendo contestualmente nello stato patrimoniale (Passivo) E.II.1a “Contributi agli investimenti” il medesimo importo. Si avrà così una gestione puntuale e analitica della tematica contributi in contabilità economico patrimoniale.
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